Gervaso dice:
‘L’uomo è un condannato a morte che ha la fortuna di ignorare al data della sua esecuzione’
Credo che la verità sia inversa e cioè che: ‘l’uomo è condannato a temere la morte, proprio perchè non sa se sarà fra un minuto o 50 anni’.
‘Conoscere la data precisa della propria ‘fine’, porrebbe molti nella condizione di vivere il presente con almeno una certezza.
"Il privilegio dei morti è che non moriranno più"
D’Annunzio scade in una osservazione che attribuisce ai trapassati una sorta di fortuna, addirittura ‘un privilegio’. Ciò è assurdo.
"Non è che ho paura di morire, è che non vorrei essere lì quando succede".
Credo infine che la morte sia troppo sopravvalutata. Essa altri non è che la fine di un ciclo, la nostra vita. Temerla è da egoisti, aver paura di soffrire è umano, rifletterci troppo sù fa male. Non pensarci per niente è sbagliato. La data precisa è ‘già scritta’ anche se non lo sappiamo. Accettare di vivere senza sapere è da uomini. Lasciamo che il tempo scorra o avremo vissuto senza motivo d’esistere.