00 03/03/2016 08:24
Interessantissima discussione. Io di serra non ne ho mai presi. Ho più letto su internet che fatto esperienza, quindi non posso dare, purtroppo, il mio contributo. Il cavetto d'acciaio con il grosso amo, autocostruito, dorme ancora nella mia borsa nell'attesa di essere svegliato e usato qualche altra volta [SM=g27827] . Poche volte ho provato a insidiarli, sempre con esche morte, da riva, dalla spiaggia. Ho sempre provato a fondo però e in una spiaggia dove il fondale si fa abbastanza profondo dopo alcuni metri, simile, se non uguale (forse addirittura più profondo), a quello dello spot descritto da C.Laudani. Più volte ho letto di innescare le esche e cercare di mantenerle più prossime alla superficie ma ho anche letto che il serra non disgusta l'attività simil-grufolatrice e, quindi, potrebbe anche essere propenso a nuotare a stretto contatto con il fondo per cercare cibo. Ripeto, ho sempre letto piuttosto che visto con i miei occhi o provato a partorire una mia teoria con l'esperienza. Qual è la verità? E' più facile insidiarlo a pelo d'acqua o come dice C.Laudani un serra che sente gli umori di un pesce non ci pensa due volte e scendere un po' e, voglio azzardare, potrebbe scendere ancora di più se l'esca è posizionata a stretto contatto con il fondo? In quest'ultimo caso il problema trattato nella discussione non si porrebbe. Mi piacerebbe sentire diverse opinioni, di tanti pescatori, e i calamenti che hanno usato quando hanno tirato a riva questo pesce. C'è qualcuno che ne ha mai presi a fondo? A fondo è solo fortuna? Su internet si trovano interi articoli che descrivono le tecniche per insidiare questo pesce, anche in profondità. Il mio problema sarebbe, innanzitutto, sapere se negli spot dove pesco ci sono i serra e poi, provando e riprovando, tirare le somme e scoprire le percentuali di successo con i diversi calamenti. Alcuni parlano anche di calamento scorrevole con una sarda innescata con 2 ami di cui uno fisso e l'altro scorrevole. Le varianti sembrano tantissime
[Modificato da Gianlucamare 03/03/2016 08:26]



- Mare.

Azzurro,
di infiniti orizzonti riempi i miei occhi
che dell'acqua tua hanno sempre sete;
mi concedi i tuoi abbracci e i tuoi respiri,
dolcemente mi avvolgi e mi accarezzi.
Sei come i miei sogni, sterminati spazi,
in cui si perde la mente e tutto il resto tace. (Gianluca Albeggiani).


- Ho provato ad essere uno qualunque, ma non ci sono riuscito.
(Gianluca Albeggiani).

- Paternoster, che sei nei mari, siano santificati i tuoi ami, venga il tuo segno, sia fatta la tua volontà come in spiaggia così in scogli. Dacci oggi il nostro pesce quotidiano, e metti orate nei nostri "cati" come noi faremmo senza i pescatori. E non ci indurre in delusione e liberaci dal cappotto, amen.