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Canna nuova alcedo.

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2016 17:39
06/01/2016 09:19
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Utente Junior
Ciao a tutti. L'altro giorno, per il mio compleanno, ho deciso di regalarmi una nuova canna da pesca. Avevo già intenzione di comperare una nuova canna da surfcasting per reggere meglio il mare mosso. Io posseggo già due canne da surf della bulox, da 120 e 150 gr. Mi serviva qualcosa che sapesse reggere meglio il mare mosso. Informatomi in negozio mi hanno consigliato diverse canne e quella che più si adattava alle mie richieste è stata una 3 pezzi, l'alcedo modularis surf III 420-200 . Non volevo spendere tanto e sono stato accontentato. Sono consapevole che canne molto costose saranno sicuramente superiori e considerate migliori per chi è un esperto e conosce bene gli attrezzi, percependone le differenze, ma per quello che ci faccio io e come le tratto, penso di avere scelto una buona canna. Avete mai provato o possedete già questa canna? Come vi siete trovati? Vorrei conoscerne i pregi e i difetti. Ripeto, chi ha le possibilità economiche e per chi è un esperto, magari, paragonandola con le proprie, mi dirà che non è ovviamente come le loro (ne sono consapevole). Io non potevo spendere di più. Vorrei che vi metteste nei miei panni; ho ripreso a pescare da circa 4 anni, non sono un professionista o uno che ha fatto mai gare (anche per divertimento), mi serviva qualcosa per reggere meglio le mareggiate e provare a lanciare più lontano forzando l'attrezzo. Mi hanno detto che con un piombo a piramide da 150 gr o con uno spike non dovrei avere particolari problemi a stare in pesca, escludendo ovviamente il mare davvero grosso. Grazie a tutti per le future risposte.
[Modificato da Gianlucamare 06/01/2016 09:20]



- Mare.

Azzurro,
di infiniti orizzonti riempi i miei occhi
che dell'acqua tua hanno sempre sete;
mi concedi i tuoi abbracci e i tuoi respiri,
dolcemente mi avvolgi e mi accarezzi.
Sei come i miei sogni, sterminati spazi,
in cui si perde la mente e tutto il resto tace. (Gianluca Albeggiani).


- Ho provato ad essere uno qualunque, ma non ci sono riuscito.
(Gianluca Albeggiani).

- Paternoster, che sei nei mari, siano santificati i tuoi ami, venga il tuo segno, sia fatta la tua volontà come in spiaggia così in scogli. Dacci oggi il nostro pesce quotidiano, e metti orate nei nostri "cati" come noi faremmo senza i pescatori. E non ci indurre in delusione e liberaci dal cappotto, amen.
06/01/2016 22:50
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Post: 14.621
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Non volevo spendere tanto e sono stato accontentato. Sono consapevole che canne molto costose saranno sicuramente superiori e considerate migliori per chi è un esperto e conosce bene gli attrezzi, percependone le differenze, ma per quello che ci faccio io e come le tratto, penso di avere scelto una buona canna.


ti sei autorisposto ......ma pescacci e divertiti [SM=g27811]



W L'AMICIZIA E KI LA RISPETTA
DELLA SERIE FACITI BENI E PORCI MA NO ALL'AMICI, QUELLI OGNI TANTO DANNO LE PUGNALATE ALLA SPALLE I PORCI NO[SM=g27830]



11/01/2016 15:55
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Registrato il: 04/06/2014
Città: PALERMO
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Utente Junior
Ciao Emanuele, grazie per la risposta [SM=g27828]

La mia è anche curiosità ovviamente. Mi avevano fatto vedere in negozio una canna da 345 euro, che ovviamente io non potevo permettermi. Cosa è che le distingue con quelle, ad esempio, come la mia ? Io non sono un esperto ma vorrei sentire i pareri di chi pratica pesca da un po' di tempo e può essere considerato un professionista. Come un professionista si accorge che un attrezzo è di gran lunga diverso da un altro? Sai, ho sempre sostenuto che le differenze che ci possono essere tra un buon vino rosso (anche costoso) e quelle con un rosso costosissimo, alla fine, al mio palato, possono sembrare minime e penso che, a meno che non sei un somnmelier espertissimo, non riesci spesso a coglierle. E ovvio che anche io ho notato subito delle differenze, soprattutto nella rigidità, con quelle che possedevo prima, per ovvi motivi di capacità di lacio dei pesi (ancora non ho avuto il piacere di sperimentarla in pesca). Ma nel caso di canne di ugual misura e della stessa capacità di lancio dei pesi, cosa è che ne fa la differenza? Forse i materiali? Se avete un po' di tempo, potreste descrivermi qualche materiale, i suoi pregi e i suoi difetti, partendo magari dal più economico per arrivare al più pregiato? Mi fareste una grande cortesia. La mia nuova canna dovrebbe essere in "doppio carbonio" ma non so cosa significa e me ne vergogno un po' a dirlo visto che ho già acquistato una cosa senza sapere realmente di cosa si tratta.
Grazie a tutti.
[Modificato da Gianlucamare 11/01/2016 16:54]



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11/01/2016 16:15
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Post: 193
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Utente Junior
Re:
Gianlucamare, 11/01/2016 15:55:

La mia nuova canna dovrebbe essere in "doppio carbonio" ma non so cosa significa e me ne vergogno un po' a dirlo visto che ho già acquistato una cosa senza sapere realmente di cosa si tratta.
Grazie a tutti.




Errata corrige: "cima doppia in carbonio pieno"
[Modificato da Gianlucamare 11/01/2016 16:54]



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22/01/2016 16:44
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Bene o male è come per le macchine...più spendi più hai...nello specifico,quando compri una canna di alta gamma e quindi di costo alto,compri la ricerca,compri materiali migliori,bilanciamento migliore,prestazioni migliori in gittata,minor peso,reperibilità ricambi,montaggi migliore con materiali ed accessori migliori...anche se purtroppo non è sempre vero,ma in linea di massima si...nessuno può capire la qualità di una canna toccandola o vedendola,bisogna provarla a mare...il fatto di non aver voluto o potuto comprare una canna da 350 euro,non è detto che sia un male...puoi anche spendere 600 euro per una canna,ma se nn riesci a sfruttarla,ad usarla appieno,nn te ne fai niente...purtroppo ormai si tende a seguire la pubblicità e a comprare canne da mostrare non per pescare...
Materiali:
Ormai la gran parte delle canne viene costruita in carbonio,ma dire carbonio è come dire metallo,possiamo infatti trovare tanti tipi di carbonio,lavorati in tanti modi.E' un discorso per il quale servono migliaia di parole...se hai tempo,leggi questo:

Una doverosa precisazione, tutto quello che trovate scritto in questo articolo è frutto di studi e riflessioni personali, questo non significa che sia una verità assoluta, ma deriva da anni di esperienza sul campo ed in laboratorio nella lavorazione dei compositi.


MATERIALI COMPOSITI
Per realizzare le canne da pesca oggi si impiegano materiali compositi quali la fibra di carbonio e la fibra di vetro abbinati a resine di vario tipo e caratteristiche meccaniche diverse.
La definizione di materiale composito secondo l'ASM Materials Engineering Dictionary è:
"una combinazione di 2 o più materiali semplici (elementi di rinforzo, cariche e matrice di legante) che differiscono per forma o composizione. Questi mantengono la loro identità, ovvero non si dissolvono o si fondono completamente l'uno nell'altro, anche se agiscono in concerto"; il composito è quindi un “materiale che si progetta” e che non ha caratteristiche intrinseche.
Il punto chiave è l'accoppiamento di materiali diversi, aventi proprietà meccaniche differenti (se non opposte) combinati in modo tale che le proprietà dell'unione risultante siano superiori alle proprietà dei singoli costituenti.

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I compositi impiegati nella realizzazione di canne da pesca sono in particolare "compositi fibrosi", ovvero materiali compositi dove il rinforzo è costituito principalmente da fibre che possono avere una lunghezza pari a quella del foglio di composito (fibre lunghe).

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Anche l'orientamento delle fibre può essere diverso e differenzia in modo marcato le proprietà del composito che si viene a formare, si osserva inoltre che la resistenza di un dato materiale aumenta significativamente se esso viene prodotto in fibre sottili (vedi: titolo del carbonio).
Il successo di questi compositi è strettamente legato all'elevato rapporto resistenza/peso (resistenza specifica) ed all'elevato rapporto rigidezza/peso (modulo specifico) unito alla possibilità di variare a piacimento il grado di anisotropia intervenendo, per esempio, sulla concentrazione e sull’orientamento del rinforzo.

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L'elevata resistenza specifica dei compositi fibrosi è essenzialmente legata alla elevata resistenza delle fibre
ed al basso peso di fibre e matrice, il che permette di ottenere canne da pesca leggere e resistenti.

TIPI DI FIBRE
Le fibre possono essere distinte in base a come vengono accoppiate nei composti multifilamento:
1) Fili: sono costituiti da uno o più fili di base.
2) Roving: costituito da fibre parallele ed avvolte in bobine, può essere ottenuto per abbinamento di fili
di base.
3) Stuoie: ottenute mediante tessitura dei rovings a comporre i vari strati sovrapposti impiegati nella realizzazione dei tubi costituenti le canne da pesca, si differenziano principalmente per la grammatura (95, 120, 160, 200, 300, 450, 600 gr/mq).

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Esempi di texture delle stuoie di fibra di carbonio

FIBRA DI CARBONIO
La fibra di carbonio è ottenuta attraverso procedimenti di carbonizzazione di un elemento (precursore organico: poliacrilonitrile o PAN, PITCH) ricco di carbonio e disponibile già in forma di fibra.
Le variazioni apportate durante il processo di carbonizzazione permettono di produrre carbonio con diverse caratteristiche (alto modulo HM o alta resistenza HS).

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La fibra di carbonio viene classificata mediante:
- Titolo, in base al numero di filamenti nel singolo tessuto (3K, 6K, 12K, 24K, 50K)
- Modulo e resistenza,
- Alta Resistenza HS, modulo 230-280 Gpa
- Alto Modulo HM, modulo 300-680 Gpa

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I principali produttori di fibra di carbonio sono la giapponese TORAY, con stabilimenti in Giappone, USA e Francia e la MITSUBISHI-GRAFIL con stabilimenti in USA e Germania.

FIBRE PREIMPREGNATE O PREPREG
Le fibre continue sono allineate e sottoposte ad un trattamento superficiale che ne migliora l'adesione con la matrice, poi vengono rivestite per immersione in un bagno di resina fino ad ottenere un foglio o un nastro.
In seguito, i singoli fogli vengono assemblati in una struttura laminata con caratteristiche ben definite a formare il tubo, cilindrico o conico, che costituisce i vari elementi della canna da pesca.

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Importante è sottolineare che la completa polimerizzazione della matrice deve avvenire solo durante l'assemblaggio dei fogli per fare in modo che la matrice sia un costituente unico, si deve quindi fare particolare attenzione durante la prima fase di lavorazione creando delle strutture pre-impregnate (prepreg) che non devono completare la polimerizzazione.
Questa dovrà completarsi solo durante la formazione del composito, attraverso un aumento della temperatura e della pressione.

REALIZZAZIONE DELLE CANNE
Il primo passo per la realizzazione di una moderna canna da pesca consiste nel definire la tipologia costruttiva da seguire (se a ripartizione di potenza nelle sezioni o meno) ed il tipo di azione (parabolica, J-Curve, C-Curve) in relazione ad una ipotetica canna monopezzo.
Definita la conicità dell'attrezzo e, conseguentemente, i diametri iniziale (base del pedone) e finale (vetta) si vanno a posizionare gli innesti sulla struttura in relazione alla tipologia di canna (due o tre pezzi o telescopica) considerando le parti di elemento che si sovrappongono nell'innesto al fine di ottenere una adeguata lunghezza degli elementi stessi.
Si passa poi alla definizione degli sviluppi dei vari strati di fibra di carbonio o fibra di vetro che verranno impiegati nella laminazione ed alla scelta della tipologia di carbonio, distinguendo tra alto modulo (M40J, M46J, M50J, M55J) ed alta resistenza (T300, T400, T700, T800) e definendo il tipo di taglio dei fogli in base al tipo di azione che si vuole dare alla canna.
Ultimata la fase di progettazione si passa alla fase detta di "laminazione" dove le varie "pelli" di prepreg di carbonio o fibra di vetro vengono sovrapposte tra loro ed unite a caldo.

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In seguito questa sovrapposizione di strati di composito viene avvolta su un mandrino, ovvero una barra di acciaio, temperato e cementato, con una conicità pari a quella che dovrà avere la canna finita, e coperta con vari strati di tessuto termorestringente.

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Il nastro termorestringente impiegato è quello che dà agli elementi delle canne la finitura " a spirale", ed è tanto più valido quanto più fitto è l'avvolgimento in quanto maggiore è la pressione con cui viene compressa la matrice fibra-resina.
Si passa poi alla cottura in forno ad una temperatura stabilita in base al tipo di resina impiegata, nel forno è dove avviene la cosiddetta polimerizzazione della resina, ovvero l'indurimento, e si realizza quindi il tubo vero e proprio.

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Per ottenere strutture ancora più resistenti e con una minore quantità di resina si può ricorrere alla lavorazione con il sacco a vuoto: i fogli di prepreg sagomati e sovrapposti vengono avvolti sul mandrino, rivestiti di termorestringente e la ulteriore pressione necessaria per realizzare la forma e sviluppare un buon legame è ottenuta coprendo la struttura con una sacca di plastica e realizzando il vuoto.
Se si rendesse necessario utilizzare temperature e pressioni superiori, l'intero insieme può essere posizionato in una autoclave.
Si deve avere molta cura nel disporre le fibre per ottenere un'orientazione precisa; per impedire alla resina di attaccarsi al sacco vuoto, vengono posizionati dei fogli di materiale specifico sopra il preimpregnato a formare il cosiddetto telaio di rilascio.
Il tubo così ottenuto viene tolto dal forno, fatto raffreddare, viene eliminato lo strato di termorestringente e viene rifinito con una macchina apposita.
Vengono preparati gli innesti, incollati gli spigot se presenti, ed anche questi vengono rifiniti con macchinari di precisione per assicurare un perfetto collegamento tra i vari elementi.
Vengono poi applicate le serigrafie ed il tutto viene rifinito con una o più mani di vernice protettiva trasparente per ottenere la canna finita e pronta al montaggio degli anelli e dell'altra componentistica necessaria.

TIPOLOGIE DI CANNE
Le canne da pesca si dividono in due grandi "famiglie": telescopiche e ad innesti.

La canna telescopica è la più semplice da usare, non richiede -né consente- l'impiego di lanci "tecnici", tranne alcune rare eccezioni, e generalmente ha azione parabolica più o meno progressiva secondo la lunghezza degli elementi che la compongono e
la lavorazione del carbonio impiegato.

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Questo, se da una parte la rende molto facile da utilizzare nel lancio anche da parte dei neofiti, evidenzia però qualche limite nel caso di mare formato poiché, proprio per il tipo di azione, la canna tende a soffrire il movimento dell'onda fino ad arrivare a spiombare, ovvero tirarsi dietro il filo in corrispondenza del moto ondoso smuovendo il piombo dal fondo e provocandone lo scarroccio.
Questo non vuol dire che le canne ad innesti siano immuni da tale inconveniente, ma in generale, a parità di livello qualitativo, è più facile che ne sia soggetta una telescopica proprio per l'azione parabolica che tende a flettere una parte maggiore del fusto rispetto ad una due o tre pezzi.

Le canne ad innesti, costruite solitamente in due o tre pezzi, possono essere suddivise a seconda del metodo di costruzione in:
- Canne a potenza ripartita nelle sezioni, dette anche canne a ripartizione di sezioni o, più bravemente, ripartite
. Canne non ripartite
ed a seconda del tipo di azione in canne con un'azione:
- Parabolica
- J-Curve
- C-Curve.

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Gli innesti:
Esistono diversi tipi di innesto, i più usati sono il compound e lo spigot.
Prima di parlare del tipo di innesti più opportuno va specificato che in corrispondenza degli innesti va messa, in aggiunta alle fibre unidirezionali che compongono il blank, una fascia di rinforzo a 90° con carbonio unidirezionale che ha la funzione di evitare che il tubo di carbonio si "apra" sotto sforzo (dato che un tubo unidirezionale ha caratteristiche meccaniche fortemente anisotrope) oltre a fornire un buono spessore da "limare" per ottenere innesti perfettamente circolari.
La differenza principale, che poi è quella che in fase di progettazione fa la differenza nella scelta di un innesto invece di un altro è che, almeno secondo la mia esperienza, l'innesto di tipo compound segue meglio la curvatura della canna rispetto allo spigot ed è più adatto a canne con casting elevati data la maggiore presenza di rinforzi di carbonio posti a 90° (sia sul tubo "maschio" sia sulla "femmina").

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Innesto di tipo compound

Di contro, l'innesto di tipo "spigot" è tale che, proprio a causa della presenza dell'elemento spigot di unione tra le due parti in carbonio, questo tende ad irrigidire il blank in quel determinato punto vista la necessità di realizzare questo terzo elemento di congiunzione con caratteristiche meccaniche di robustezza tali (leggi: spessore in parete) da resistere alle sollecitazioni che si presentano nel lancio.

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Innesto di tipo spigot

Questo può essere un vantaggio nel caso si voglia prolungare l'azione di un elemento nell'altro come ad esempio prolungare la rigidezza del pedone nell'elemento centrale di una tre pezzi per dare più rigidità alla parte base del fusto.
Allo stesso modo e per lo stesso motivo lo spigot può essere uno svantaggio nel caso di unione tra elemento centrale e vetta proprio perchè tende a "spezzare" l'uniformità di azione dei due elementi, o per meglio dire tra la parte alta del centrale (arco) e l'elemento finale della canna (che comprende sottovetta e vetta), in questo caso infatti è preferibile usare un innesto di tipo compound per quanto detto sopra.

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Differenze di risposte statiche tra innesti compound e spigot sul fusto di canna in tre elementi


LE "RIPARTITE"
"Ripartita" è un termine molto utilizzato per definire una canna da pesca, ma la definizione esatta è "ripartizione di potenza nelle sezioni", ed indica una caratteristica progettuale e relativo procedimento costruttivo che, grazie alla particolare disposizione dei materiali compositi impiegati ed alle proprietà meccaniche che li contraddistinguono, permette di ottenere una diversa risposta alle sollecitazioni nelle varie sezioni di cui è composta la canna, ovvero manico, arco e vetta.

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Le canne a ripartizione sfruttano il concetto della moltiplicazione di spinta,ovvero sfruttano l'energia accumulata in fase di caricamento, per poi restituirla molto rapidamente (quasi con un "effetto fionda") nella fase finale del lancio. Si differenziano dalle normali canne ad azione parabolica per la brusca variazione dell'azione in fase di caricamento (e conseguentemente in rilascio), che non avviene in modo uniforme come in una canna ad azione parabolica.
Questi differenti comportamenti si hanno appunto grazie a fattori importanti come la conicità delle sezioni e soprattutto in base ai diversi materiali impiegati.

Dire quindi che una canna è ad "azione ripartita" non vuol dire niente, o è quantomeno inesatto, semmai la canna potrà essere una J-curve oppure una C-curve a ripartizione a seconda di come è stata progettata.

La canna ideale sarebbe una monopezzo, però sono un po' scomode da portare sul luogo di pesca a meno di non fare come in Sudafrica od Australia dove le mettono sui pick up e si divertono ad andare in spiaggia a pescarci gli squali, ma comunque questa è un'altra storia.

In una canna due pezzi di questo tipo le sezioni non corrispondono agli elementi che la compongono, ma alle tre parti (manico, arco e vetta) nelle quali viene ripartita la potenza:
- Il manico è la parte iniziale della canna, e nelle canne in due pezzi corrisponde di solito al pedone.
- L'arco è la sezione attiva della canna, ed ha la funzione di accumulare l'energia della fase di caricamento per restituirla poi nella fase finale del lancio.
- La cima ha il compito di proseguire la trasmissione dell'energia elastica proveniente dall'arco.
In una 2 pezzi a potenza ripartita arco e vetta sono di solito compresi nell'elemento superiore (anche se in alcuni casi come ad esempio nelle canne da longcasting l'arco si estende anche al pedone) e la loro unione, detta "raccordatura", svolge un ruolo molto importante ai fini dell'azione finale della canna da pesca.

Diverso è il discorso per una tre pezzi: in una rip "ideale" in cui gli elementi corrispondano alle tre parti (manico, arco e vetta) nelle quali viene ripartita la potenza, la canna avrebbe i pezzi asimmetrici poichè la ripartizione delle sezioni segue parametri non isometrici:
- Il manico è la parte iniziale della canna, corrispondente al pedone.
- L'arco, più corto rispetto agli altri elementi, è la sezione attiva della canna ed ha la funzione di accumulare l'energia della fase di caricamento per restituirla poi nella fase finale del lancio.
- La cima, elastica e flessibile, ha il compito di proseguire la trasmissione dell'energia elastica proveniente dall'arco. Strutturalmente è composta da due elementi: il sottovetta, che si raccorda all'arco per completare lo scarico dell'energia del lancio, e la vetta propriamente detta, sensibile per vedere le toccate dei pesci, che si annulla completamente all'inizio del caricamento del blank.

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In una 3 pezzi a potenza ripartita la cosiddetta "raccordatura", ovvero l'unione di manico, arco e vetta ha un ruolo molto importante ai fini dell'azione complessiva della canna da pesca poichè le parti lavorano in maniera estremamente differente tra loro.
Per ottimizzare la raccordatura è anche possibile differenziare il tipo di innesti per far sì che ciascun elemento svolga al meglio la funzione per la quale è stato progettato, ad esempio impiegando tra pedone e centrale uno spigot, mentre tra centrale e vetta un innesto di tipo compound.

Le canne ad innesti, sia in due che in tre elementi, che non sono costruite a ripartizione di potenza nelle sezioni sono invece simili nell'azione alle telescopiche, con un'azione parabolica solitamente più progressiva verso la vetta, e gli elementi sono tutti con lunghezza uguale tra loro per motivi di comodità di trasporto nella quasi totalità delle canne da pesca.
Vale anche in questo caso quanto già detto per le telescopiche, ovvero sono canne molto più semplici da utilizzare delle ripartite, non richiedendo l'impiego di lanci tecnici, ma hanno doti balistiche e limiti strutturali inferiori rispetto ad una buona rip.

Articolo scritto da un amico,costruttore di canne da pesca,Piero Bracali.







POCHI SONO GLI UOMINI CHE POSSONO DARE DEL TU AL MARE E PURE QUEI POCHI CHE POSSONO NON LO FANNO

Tino

22/01/2016 17:39
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Registrato il: 04/06/2014
Città: PALERMO
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Utente Junior
Grazie mille fumo78. A parte alcuni termini per me nuovi e ancora poco comprensibili, ti ringrazio per avermi postato questo bagaglio di informazioni importantissime.



- Mare.

Azzurro,
di infiniti orizzonti riempi i miei occhi
che dell'acqua tua hanno sempre sete;
mi concedi i tuoi abbracci e i tuoi respiri,
dolcemente mi avvolgi e mi accarezzi.
Sei come i miei sogni, sterminati spazi,
in cui si perde la mente e tutto il resto tace. (Gianluca Albeggiani).


- Ho provato ad essere uno qualunque, ma non ci sono riuscito.
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- Paternoster, che sei nei mari, siano santificati i tuoi ami, venga il tuo segno, sia fatta la tua volontà come in spiaggia così in scogli. Dacci oggi il nostro pesce quotidiano, e metti orate nei nostri "cati" come noi faremmo senza i pescatori. E non ci indurre in delusione e liberaci dal cappotto, amen.
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